
16 Gen Credito d’imposta 4.0 e Transizione 5.0: guida agli incentivi per l’innovazione e la sostenibilità
Nel contesto attuale di trasformazione industriale e transizione verso modelli produttivi più avanzati, le imprese italiane hanno a disposizione due strumenti fondamentali: il Credito d’imposta per beni strumentali 4.0 e il Piano Transizione 5.0.
Due incentivi che, seppur complementari, rispondono a esigenze diverse: scopriamo requisiti, vantaggi e modalità di accesso a queste due diverse opportunità.
Credito d’imposta 4.0: cos’è e come si ottiene
Il Credito d’imposta per beni strumentali 4.0 è uno strumento fondamentale per supportare le imprese italiane nella digitalizzazione, agevolando l’acquisto di servizi e prodotti tecnologicamente avanzati, che contribuiscono alla trasformazione digitale e alla modernizzazione dell’industria e dei processi produttivi del Paese.
In modo più specifico, il credito d’imposta è uno strumento che permette di detrarre dalle imposte una somma, variabile da caso a caso, che consiste in una percentuale delle spese sostenute per l’acquisto di alcuni beni e servizi strategici. L’elenco dei beni materiali 4.0 è definito dallo Stato tramite un apposito elenco (allegato A), e includemacchinari, impianti e attrezzature dotati di caratteristiche innovative.
Il bonus è stato introdotto con la Legge di Bilancio 2020 (Legge n. 160/2019), ed ha subito diverse revisioni nel corso degli anni, fino alle recenti modifiche introdotte dalla Nuova Legge di Bilancio 2025. Per gli investimenti in beni materiali (allegato A) realizzati e avviati nel 2025 (e con consegna entro il 30 giugno 2026 per gli investimenti con ordine e acconto di almeno il 20% entro il 31 dicembre 2025), è stato introdotto un limite di spesa pari a 2,2 miliardi di euro. Tale cifra potrebbe non essere sufficiente a coprire l’intero fabbisogno per il 2025.
Il plafond dovrebbe essere occupato in base alle comunicazioni Ex Post inviate (non basta la comunicazione Ex Ante). Una volta ricevute tali comunicazioni, il Ministero trasmetterà all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese beneficiarie e gli importi dei crediti, fino al raggiungimento del limite di 2,2 miliardi di euro. Quando il plafond sarà esaurito, non sarà più possibile accedere al credito d’imposta previsto.
In merito a questa tipologia di beni, per gli investimenti fino a 2,5 milioni il credito d’imposta arriva fino al 20%.
Ma come fare ad ottenere il Credito d’imposta 4.0?
Per i beni di costo unitario di acquisizione non superiore a 300.000 euro è sufficiente una dichiarazione resa dal legale rappresentante.
Per gli investimenti di costo superiore, è necessario produrre una perizia tecnica rilasciata da un perito industriale o da un ingegnere iscritto all’albo, con lo scopo di testimoniare che i beni per i quali si richiede il credito d’imposta rientrino negli elenchi definiti dal Governo.
In ogni caso, le aziende devono documentare in maniera adeguata tutte le spese previste per le quali intendono ricorrere a questo incentivo, ed è sempre necessario collegarsi al portale GSE (Gestore dei Servizi Energetici), registrarsi nell’Area Clienti e inviare la dichiarazione Ex Ante, contenente gli investimenti programmati dall’azienda e gli importi dei crediti d’imposta per beni strumentali 4.0 previsti, e successivamente la comunicazione Ex Post, per aggiornare le informazioni fornite in via preventiva.
Piano Transizione 5.0: innovazione e sostenibilità al centro
Il Piano Transizione 5.0, istituito con il D.L. n. 19/2024,vede stanziati 6,3 miliardi per il biennio 2024-2025 e ha lo scopo di sostenere le imprese nel percorso verso la transizione digitale ed energetica.
Il credito d’imposta previsto dal Piano Transizione 5.0 si rivolge a tutte le aziende italiane, indipendentemente dalla loro forma giuridica, settore economico e dimensione. Agevola progetti avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 che riguardano investimenti in beni materiali e immateriali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa, definiti da apposita documentazione: questi investimenti devono garantire una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% a livello di struttura produttiva o il 5% per i processi interessati.
Ma come viene calcolata la riduzione dei consumi energetici?
Nella maggior parte dei casi, la riduzione viene valutata confrontando i consumi energetici stimati post-investimenti con quelli registrati nell’anno precedente, normalizzando i dati rispetto a volumi produttivi e condizioni esterne.
Ma ci sono alcune casistiche particolari:
- progetti multi-processo: per progetti che coinvolgono più processi produttivi, il calcolo considera i consumi dell’intera struttura produttiva;
- mancanza di dati storici: in assenza di dati registrati, i consumi precedenti sono stimati analizzando i carichi energetici basati su dati tracciabili;
- imprese con attività o prodotti variati: per imprese che hanno cambiato attività o prodotti da almeno 6 mesi, la riduzione viene calcolata sulla base dei consumi medi annualizzati del periodo di attività disponibile;
- imprese nuove: i consumi precedenti sono stimati creando uno scenario controfattuale con beni alternativi, utilizzando la media dei consumi energetici di questi beni per calcolare i consumi della struttura o del processo.
Per quanto riguarda le aliquote, le percentuali variano in base alla riduzione dei consumi energetici. Ad esempio, per gli investimenti fino a 10 milioni possono arrivare fino al 45% seguendo questa struttura:
- per investimenti che conseguono una riduzione non inferiore al 3% dei consumi energetici della struttura produttiva o, in alternativa, una riduzione non inferiore al 5% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento, il credito d’imposta è pari al 35%;
- laddove l’investimento consegua una riduzione superiore al 6% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, di riduzione superiore al 10% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento, l’aliquota sarà del 40%;
- Nel caso in cui l’investimento consegua una riduzione superiore al 10% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, di riduzione superiore al 15% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento, le aliquote diventano del 45%.
Il principio di base è molto semplice: chi ridurrà maggiormente le proprie emissioni, sarà destinatario di un credito d’imposta maggiore.
Per accedere a questo bonus, le aziende devono registrarsi all’Area Clienti GSE (Gestore dei Servizi Energetici) e utilizzare il portale Transizione 5.0. Attraverso questa piattaforma è possibile inviare la propria comunicazione con tutti i dettagli sui progetti e gli investimenti previsti.
Il 2 novembre 2024, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha pubblicato una nuova serie di FAQ relative al Piano Transizione 5.0, in seguito anche agli sviluppi emersi durante l’incontro del 23 ottobre. Queste FAQ si aggiungono a quelle già rilasciate nelle settimane precedenti e sono state concepite per semplificare l’accesso delle aziende ai benefici previsti.
Tra le principali modifiche introdotte, la FAQ numero 2.16, chiarisce che le aziende che scelgono di acquistare i beni tramite leasing non sono più obbligate a versare il 20% dell’importo dell’investimento. Sarà sufficiente la stipula del contratto e l’emissione della fattura del maxi-canone anticipato, indipendentemente dall’importo del canone stesso, come prova dell’avvio dell’investimento.
Il credito d’imposta 5.0 è cumulabile con altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto.
Non è però cumulabile con il credito d’imposta 4.0: ecco perché è importante conoscere e sapersi orientare fra le diverse opportunità di agevolazione fiscale, per cogliere la giusta occasione per far crescere la propria azienda.
Le differenze tra Credito d’imposta 4.0 e Transizione 5.0
I crediti d’imposta 4.0 e 5.0 si differenziano principalmente per l’approccio strategico:
- Credito d’imposta 4.0 – mira alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica dei processi produttivi, promuovendo l’acquisto di beni materiali interconnessi;
- Piano Transizione 5.0 – aggiunge un focus sulla sostenibilità energetica e sull’autoconsumo, incentivando investimenti che migliorano l’efficienza energetica e integrano fonti rinnovabili.
Inoltre, il Piano Transizione 5.0 oltre ai beni strumentali include investimenti in rinnovabili e formazione, benefici che aumentano il valore dell’incentivo.
La scelta tra i due bonus dipende dalle priorità e dagli obiettivi aziendali: migliorare l’efficienza tecnologica o adottare soluzioni sostenibili?
Scegliere lo strumento più adatto non è semplice: è necessario domandarsi quale potrebbe davvero fare la differenza per la propria azienda. Se hai bisogno di ottenere un supporto personalizzato, è fondamentale affidarsi a esperti del settore come Mediantes.
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